16-10-10 L' incontro con l' amica Giuseppina

La tecnologia aiuta molto le comunicazioni interpersonali e accorcia le distanze...ma la passione e gli interessi comuni sono a volte ancora piu' potenti !!
E' sicuramente questo il caso della nostra amica trentina Giuseppina, conosciuta grazie a Facebook, incontrata da alcuni amici questa primavera, che non ha esitato un attimo a percorrere piu' di 200 km quando l' abbiamo invitata a partecipare alla cena del gruppo. La passione per la mountain-bike vissuta in compagnia è la molla che porta a imprese che non sono solo quelle sportive. E' stato un piacere ritrovarci con le gambe sotto il tavolo a parlare di bici e non solo, tra una fetta di salame e un bicchiere di buon rosso, ma questa cena è stata ancor piu' speciale per il fatto di avere la possibilità di incontrare fisicamente un amica che fino a questo punto era solo "virtuale". Vorrei parlare di un gemellaggio avvenuto, ma in verità non è questo il termine che indica cio' che è accaduto con Giusy... infatti credo che in questo caso si tratti piu' di un ingresso ufficiale nel gruppo di un' amica piu' che di 2 gruppi che si incontrano... e questo anche se fisicamente ci dividono centinaia di chilometri...
E dopo il divertimento gioviale a tavola, non poteva mancare una pedalata in compagnia e così al mattino, ancora con i postumi delle sera precedente, ci siamo ritrovati in 11 ad accompagnare la nostra amica per un giro che le potesse far conoscere le bellezze della nostra splendida città attraversando il centro ma per raggiungere città alta percorsa con tranquillità e allegria con la giuda esperta di Tarcy e Mauro e anche con l' aiuto di Filippo che è stato un perfetto cicerone... scoprire monumenti, passaggi, percorrendo vecchie vie ciotolate ma anche sentieri e scalinate ci ha fatto trascurare che la giornata autunnale poco limpida ha limitato la possibilità di apprezzare il panorama.
Alla fine lasciandoci così come sempre alal fine di ogni uscita con l' invito a ritrovarci presto insieme, la nostra amica è tornata alla propria casa, ma rimenendo sempre parte del nostro gruppo.
E ciamo sentiti molto onorati quando abbiamo letto le parole di Giusy :
"Cosa mi fa percorrere 400 km per incontrare bikers a cena, per poi pedalare con loro il giorno seguente? Cosa mi spinge a svegliarmi alle 5 di domenica per pedalare in altra regione? Sono le domande che ultimamente mi rivolgono i bikers che conosco e incontro. Era maggio, quando mi aggregai al primo gruppo di bikers, quello delle Ruotegrasse. Da allora un continuo concatenarsi di eventi, fino ad oggi, in cui vado a Bergamo, per incontrare il trio dei fondatori del gruppo e conoscere altri membri. Sono l’ospite d’onore. La pedalata prevede un giro turistico nella Bergamo alta e in quella bassa. Basta avvisare dell’uscita e con facilità stupefacente, ci si raduna in 12. Se penso alla mia fatica nel trovare compagnia nel pedalare, un po’ di invidia ce l’ho. Una cosa accomuna tutti, la volontà di fare un giro tranquillo e farmi da ciceroni in questa zona che non conosco, non vi è fretta né competizione. Mi stupisco che il gruppo rimanga unito, senza che ci sia, anche nel più esperto, la volontà di strafare e volare avanti, o l’insofferenza di un ritmo magari lento. Apprezzo l’aver preferito un giro, prevalentemente sull’asfalto, per accompagnarmi. Chiacchiero con vari componenti, incredibilmente il mio pensiero è il loro, ci si trova a parlare di emozioni e stati d’animo che la MTB ci dona. Discorsi che si intuiscono, ma mai affrontati a tu per tu.Un battito di gioia, di appagamento, di soddisfazione e scarico di tensioni, personali, ci porta al realizzare il divertimento. Il divertimento, non è, nel fare una discesa tecnica in sella, o oltrepassare un ostacolo con agilità e disinvoltura, il divertimento è uno stato d’animo, di pacifico benessere, è il pedalare sincrono con gli altri, è la condivisione , in quei km, di esperienze e conoscenze. Su questa tavolozza di emozioni, disegno la mia pedalata nella città di Bergamo. Scopro le mura con le sue porte, il suo centro storico, ben conservato. Si sale fino al vecchio acquedotto, fatto di vasi comunicanti, non più in uso, e che lungo il sentiero a tratti si può ancora scorgere. Giunti al Castello di S. Vigilio, un bimbo ci fa da sentinella, avvisando i bikers in arrivo, della nostra direzione presa. Rimane divertito dall’agilità acrobatica di un biker, non è il solo. Il gruppo a poco a poco si disgrega, con la stessa naturalezza con cui si è formato, così si torna alla base. Il pedalare dei solitari, è svuotato di queste emozioni, questo è il motivo che da le risposte cercate."
Che aggiungere... Giusy anche se la distanza ci divide fisicamente sei "dei nostri" e presto ci rivedremo in sella !!!

Marco

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